Dottorandi e dottori di ricerca
40° ciclo (attivato nell’a.a. 2024-2025)
Nominativo - Supervisore e Co-supervisore
Amadio Alan - Giuseppe Nesi, Paolo Turrini
Fantoni Giulia - Borsa PNRR - Barbara Marchetti
Giandoriggio Marina - Teresa Pasquino, Andrea Maria Garofalo
Manfredini Federico - Corrado Malberti, Elisabetta Pederzini
Varricchio Paolo - Fulvio Cortese, Teresa Pasquino
39° ciclo (attivato nell’a.a. 2023-2024)
Nominativo - Supervisore e Co-supervisore
Amoroso Mario Pasquale - Giuseppe Nesi, Marco Pertile
Arnese Maria Beatrice Bernadette - Borsa PNRR - Umberto Izzo, Matteo Ferrari
Di Nicola Laura - Borsa PNRR - Giuseppe Bellantuono, Roberto Caso, Anna Simonati
El Harch Fatima Zahra - Luca Pes, Elena Fasoli
Galvan Valentina - Borsa DIN - Marco Bombardelli, Silvia Pellizzari
Izzi Maria Vittoria - Cinzia Piciocchi, Simone Penasa
Piva Laura - Borsa PNRR - Paola Iamiceli, Carlo Casonato
Regini Sofia - Antonia Menghini, Elena Mattevi
Secco Andrea - Sergio Bonini, Costantino Visconti
Smith Kelly Mae - Gabriele Fornasari, Marcello Busetto
Zerba Veronica - Filippo Sartori, Ugo Malvagna
38° ciclo (attivato nell’a.a. 2022-2023)
Nominativo - Supervisore e Co-supervisore
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Bebber Anna - Borsa PNRR - Riccardo Salomone, Luca Nogler
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Il lavoro nelle imprese di servizi turistici
Abstract: La ricerca si propone di esplorare il tema delle condizioni di lavoro nel settore del turismo, che, pur rappresentando una delle voci più rilevanti dell’economia nazionale, è ancora poco investigato a livello accademico. L’obiettivo primario è dunque quello di offrire una lettura sistematica di un comparto finora mai osservato in questi termini. Nella parte introduttiva verranno analizzate le caratteristiche strutturali del settore turistico, con un focus sui sotto-comparti dei pubblici esercizi e delle attività alberghiere. L’attenzione verrà in particolare rivolta alla composizione del mercato del lavoro e agli aspetti emblematici della condizione lavorativa. Considerata la presenza di numerosi aspetti “patologici” che connotano il rapporto di lavoro e la necessità di bilanciare le esigenze di flessibilità delle imprese turistiche con la tutela dei lavoratori, il fil rouge dei capitoli successivi è l’individuazione e la comprensione dei possibili meccanismi attraverso i quali si possa pervenire ad un miglioramento delle condizioni lavorative. Una funzione centrale viene attribuita alla contrattazione collettiva, sia nazionale che territoriale, e allo studio di modelli europei, in particolare quello austriaco e spagnolo. Verrà dunque approfondita la dimensione “collettiva” del lavoro nel turismo, attraverso l’analisi del relativo sistema di relazioni industriali. Nel dettaglio, si affronteranno tre macro-tematiche tra loro interconnesse: gli interlocutori sociali, la contrattazione nazionale e il fenomeno della bilateralità, intesi come possibili risposte alle criticità emerse. La parte finale della ricerca offre un’analisi comparata delle condizioni di lavoro nel settore, con particolare attenzione alle Province autonome di Trento e Bolzano, evidenziando come la contrattazione integrativa provinciale possa proporre soluzioni innovative per il comparto.
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Cama Vittorio - Gabriele Fornasari, Valentina Masarone
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
L’intersezione tra diritti umani e diritto penale: le dottrine orientate al danno alla luce delle fonti sovranazionali
Abstract: Il progetto di ricerca analizza l'influenza delle fonti sovranazionali, in particolare del Diritto Internazionale dei Diritti Umani, sulla validità delle dottrine orientate al danno e sulla Rechtsverletzungslehre come basi normative del diritto penale. In particolare, ci si propone di esaminare le dottrine orientate al danno, concentrandosi su harm principle, Rechtsgüterschutz e offensività (o ofensividad in spagnolo e ofensividade in portoghese), attraverso la prospettiva degli strumenti di protezione dei diritti umani sovranazionali. Uno degli obiettivi principali della ricerca è determinare se questi strumenti promuovano, in ragione dell’enfasi posta sulla tutela dei diritti individuali “altrui”, la Rechtsverletzungslehre come teoria preferibile per legittimare l’intervento del Legislatore in materia penale. In questo contesto, si vuole anche analizzare come i diritti umani influenzino il discorso sugli “oggetti” di protezione penale e se – contrariamente alla tendenza espansiva, a mo’ di spada, della criminalizzazione spesso associata ai diritti umani – sia possibile rivendicarne una funzione difensiva per meglio definire e selezionare gli oggetti legittimi di protezione penale e come “scudo” dell’individuo nei confronti dell’espansione del diritto penale.
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Dassisti Paola - Ugo Malvagna, Filippo Sartori
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Concessione abusiva del credito e crisi d'impresa
Abstract: Il progetto di ricerca mira a ripensare, in una prospettiva comparatistica, la fattispecie della concessione abusiva del credito, le cui fondamenta paiono essere state minate in radice dalle recenti disposizioni del nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Queste nuove regole impongono di comprendere la figura dell'abusiva concessione del credito e le sue potenzialità da un diverso angolo visuale, rivalutando correlativamente l'adeguatezza dei relativi rimedi civilistici proposti dal nostro ordinamento, con la consapevolezza che il sostegno finanziario costituisce un elemento fondamentale per tentare di superare con successo la crisi d’impresa. Occorre dunque indagare in che modo lo stato di insolvenza e l'adozione di soluzioni negoziali della crisi d’impresa possono influire sulla configurazione di una responsabilità degli istituti di credito per la concessione (e interruzione) abusiva del credito. In questo modo sarà possibile valutare le nuove, ancora inesplorate, prospettive aperte dalla nuova disciplina della crisi d’impresa.
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Foti Federica - Matteo Cosulich, Jens Woelk
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La collaborazione intergovernativa nella prospettiva del regionalismo «asimmetrico» italiano
Abstract: La ricerca intende occuparsi del fenomeno della collaborazione intergovernativa nell’assetto costituzionale italiano, assumendo quale lente di osservazione privilegiata quella rappresenta dalla strada imboccata, ormai più di un ventennio fa, dall’ordinamento regionale italiano verso un modello di regionalismo che, per via della “costituzionalizzazione” della «clausola di asimmetria» di cui all’art. 116, 3° c., Cost., come introdotta dalla revisione del Titolo V del 2001, ha assunto l’opportunità di divenire, perlomeno in potenza, sempre più «asimmetrico», specie sul versante della distribuzione delle competenze. A ben vedere, l’attivazione dall’art. 116, 3° c., Cost. pare consegnare la torsione «asimmetrica» del regionalismo italiano (ordinario) a valutazioni lasciate (quasi) interamente alla negoziazione «bilaterale» fra esecutivo statale e singoli esecutivi regionali interessati a differenziarsi, così imponendo alla riflessione costituzionalistica lo stimolo alla ricerca di una nuova sistematica dei rapporti fra centro e periferia nel quadro di una complessiva ristrutturazione di quelle regole ed istituti, che, sin d’oggi, hanno innervato le relazioni interistituzionali fra lo Stato e le autonomie regionali. In particolare, infatti, non pare irragionevole immaginare che l’attivazione di percorsi di regionalismo «asimmetrico» per tutte o alcune Regioni ordinarie sollevi, fra le altre cose, una sfida relativa alla costruzione di un modello di collaborazione centro-periferia nuovo e diverso, la cui «multilateralità», che lo ha sempre caratterizzato, promuovendo una collaborazione ed un collegamento stabile fra esecutivo centrale ed esecutivi territoriali nel loro complesso considerati, finirebbe per essere affiancata, se non superata, dalla «bilateralità» delle relazioni intergovernative fra la singola Regione ordinaria “differenziabile” e lo Stato, secondo una logica “negoziale-bilaterale” da considerarsi, invece, quale elemento tradizionalmente connotativo del solo regionalismo speciale. Proprio in quest’ordine di considerazioni si inserisce il presente contributo, il cui sforzo appare, pertanto, finalizzato ad accompagnare alla verifica della virtualità del modello cooperativo intergovernativo attualmente esistente l’osservazione delle opportunità e sfide che, nel suggerire soluzioni cooperative del tutto inedite, la clausola di «asimmetria» ex art. 116, 3° c., Cost. potrebbe ad esso porre.
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Franceschetti Lucrezia - Sergio Bonini, Antonia Menghini
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Il criterio di frammentarietà: tra essere e dover essere
Abstract: La ricerca ha ad oggetto il carattere frammentario del diritto penale, mirando a ricostruire il criterio de lege lata e de lege ferenda. L'obiettivo, in particolare, è quello di analizzare la fisiologia e la patologia del sistema attraverso la lente di ingrandimento fornita da tale fondamentale criterio, sia per quanto riguarda la parte generale dell'impianto codicistico, sia in relazione a delle specifiche fattispecie di reato contenute nella parte speciale. Il presente lavoro dottorale è, quindi, volto ad analizzare in maniera circostanziata tale fondamentale carattere dello ius terribile, dividendosi in cinque sezioni differenti: in primis, si procederà alla ricostruzione del criterio di frammentarietà tramite un approfondimento di carattere storico, terminologico e di status. Dopodiché si andranno a delineare i contorni del pilastro su cui si regge la visione ideale/costituzionalmente orientata del diritto penale moderno, analizzando la fisiologia generale del sistema, ossia i principi strumentali ai fini del raggiungimento di un diritto penale frammentario e le loro interconnessioni. Accanto all’ordito fisiologico de lege lata, si staglierà, invece, l’ombra dell’ordito patologico del sistema generale dello ius criminale, approfondendo non solo la c.d. overcriminalization ma anche i maldestri vuoti di tutela lasciati dal legislatore nel momento di determinazione delle condotte punibili. La quarta sezione, invece, verterà sulla fisiologia-patologia della parte speciale del codice Rocco tramite l’approfondimento della tecnica di tutela delle singole incriminazioni, sia per quanto riguarda la loro dimensione tipica sia in relazione all’interpretazione che delle fattispecie ne fa la giurisprudenza. Infine, si procederà a declinare il carattere frammentario in prospettiva de lege ferenda, mettendone in luce le sfaccettature al fine di valorizzarne il ruolo di antidoto nei confronti delle più illiberali tendenze odierne, quali, ad es. il diritto penale d’autore: la delimitazione della sfera di applicazione dello ius terribile ad alcuni comportamenti prototipici dovrebbe, infatti, ridurre il rischio di incentivare la tentazione di mettere in luce la pericolosità soggettiva del soggetto agente.
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Gallo Giacomo - Gabriele Fornasari, Kolis Summerer
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Criminalità politica e diritto penale. Un'indagine critica
Abstract: Il progetto di ricerca intende indagare criticamente l'annoso tema del c.d. diritto penale politico e dell'intervento penale nella relazione fra cittadino e res publica. Principale obiettivo del lavoro sarà - dopo una complessiva rassegna e analisi della disciplina attualmente vigente in Italia, dando il doveroso rilievo anche agli elementi contestuali di natura storico-politica che, per un tema come questo, sono inevitabilmente collegati ai profili più strettamente penalistici - valutare la "tenuta" degli assetti di tutela penale degli interessi statuali latu sensu intesi, la cui impronta originaria è come noto marcatamente autoritaria, alla luce dei principi fondanti l'ordinamento penale attuale, costituzionalmente orientato. Parallelamente, non potrebbe essere altrimenti, la ricerca intende sceverare le ragioni di una riforma globale di tale branca della Penalità e proporre una sistematizzazione alternativa, tanto in punto di bene giuridico tutelato quanto di fattispecie concrete, invertendo il rapporto fra dimensione individuale e collettiva e riportando al centro del dibattito i diritti fondamentali del cittadino a discapito della difesa oltranzista delle ragioni dello Stato, troppo spesso presente fra le righe del codice Rocco. Oggetto della mia tesi saranno, pertanto, i delitti contro la personalità dello Stato (Libro II, Titolo I, c.p.) e - per le molteplici affinità fra i due ambiti - il settore ad essi più attiguo, quale quello dei delitti contro l'ordine pubblico (Libro II, TItolo V, c.p.), anche ai fini di un superamento dell’artificiosa separazione fra questi due Titoli attualmente presente nel codice penale: tale analisi di parte speciale rappresenterà l'occasione per affrontare, in maniera non meno approfondita, i profili problematici di caratura generale (in punto di principi penalistici, dogmatica, politica criminale).
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Magliarisi Salvatore - Andrea Giovanardi, Marcello Luigi Busetto
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Le interrelazioni nel sistema del ‘doppio binario’ tributario e penale
Abstract: Il progetto di ricerca propone un’analisi delle interrelazioni tra i procedimenti/processi amministrativo-tributario e penale, con digressioni comparative rivolte agli ordinamenti europei interessati da peculiare produzione giurisprudenziale da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. L’analisi si incentrerà sui principali punti di contatto degli ambiti amministrativo-tributario e penale, che, a voler fornire una tipizzazione, possono ricondursi a tre categorie: integrazione delle fattispecie, circolazione probatoria, reazione sanzionatori. L’obiettivo è, dunque, quello di giungere a una sistematizzazione delle accennate interconnessioni, nella duplice prospettiva della materia amministrativo-tributaria e di quella penale.
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Merler Marianna - Borsa PNRR - Barbara Marchetti, Simone Penasa
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Artificial Intelligence in law enforcement: fostering compliance with Data Protection and AI Regulations
Abstract: The research focuses on the use of AI for public security purposes and, in particular, on the compatibility of the use of this family of technologies by police forces with the current regulatory framework, consisting of the Data Protection Regulation (Regulation EU/2016/679; Directive EU/2016/680) and the new Artificial Intelligence Act (Regulation EU/2024/1689). In particular, the research focuses on two critical applications of AI in the security sector, namely predictive policing and facial recognition, and analyses the problematic nodes of the practical application of the relevant legislation in relation to these uses. More specifically, the data and explainability aspects are analysed as they are of absolute importance to ensure the correctness, transparency and oversight of AI systems. The research activity was carried out through a systematic literature review, the study of case law, also from a comparative perspective, a research activity at a host institution (Direzione Generale del Comune di Trento) and a research period at a foreign university (Tallinn University of Technology), which provided interesting case studies for an in-depth analysis of the topic.
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Moro Francesca - Antonia Menghini, Antonella Massaro
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La discrezionalità del giudice penale: fondamento costituzionale, paradigmi commisurativi e prospettive di riforma
Abstract: Il progetto di ricerca si propone di indagare il tema della discrezionalità sanzionatoria del giudice penale. L'analisi prende le mosse dalla disamina dei principi costituzionali che spingono verso l’espansione della discrezionalità del giudice, da una parte, e di quelli che, al contrario, paiono legittimare un suo contenimento. Le maggiori criticità si manifestano non tanto a livello di principi costituzionali, dai quali possono ricavarsi alcuni punti fermi, quanto sul piano dell’attuazione legislativa, posto che la stessa disciplina normativa ad oggi regolante il potere discrezionale sanzionatorio del giudice penale non fornisce criteri sufficientemente chiari in grado di orientare l’esercizio di quel potere, nonché sul piano pratico-applicativo, poiché è difficile negare che nella prassi giudiziaria l’onere motivazionale, attraverso cui dovrebbe estrinsecarsi la discrezionalità, viene in concreto svilito. A dimostrazione di ciò, verranno individuati e analizzati de iure condito i diversi momenti commisurativi sul piano sanzionatorio ove è richiesto l’esercizio del potere discrezionale da parte del giudice. In conclusione, si cercherà di riflettere sulle possibili soluzioni che possono essere adottate al fine di riportare il sistema sanzionatorio sul piano dell’effettività, contemperando al meglio l’istanza legalistica con l’esigenza di uguaglianza sostanziale e di individualizzazione, la cui estrinsecazione passa attraverso la discrezionalità del giudice. A tale scopo, fondamentali spunti di riflessione emergeranno dallo studio comparato delle esperienze di altri ordinamenti. Ispirandosi alle guidelines inglesi, si potrebbe pensare di individuare dei criteri-guida che possano orientare l’esercizio del potere discrezionale nella valutazione del caso concreto, e ciò anche al fine di consentire un controllo successivo sulla correttezza della decisione presa. Da ultimo, ci si interrogherà sull’opportunità di introdurre nel nostro ordinamento un modello processuale bifasico ispirato al sentencing angloamericano.
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Piromalli Margherita - Giorgio Bolego, Chiara Cristofolini
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La risoluzione stragiudiziale delle controversie di lavoro
Abstract: Il progetto di ricerca si interroga sugli strumenti di composizione negoziale delle controversie di lavoro e sul ruolo che essi possono svolgere al fine di promuovere una maggiore cooperazione e coesione tra gli attori del rapporto di lavoro. Nello specifico, la ricerca si pone l’obiettivo di comprendere se le procedure conciliative ad oggi offerte da parte del nostro ordinamento giuridico siano adeguate rispetto al fine di ricostituire il rapporto a seguito della lite e prevenire ulteriori conflitti tra le parti o se, invece, mirino unicamente a comporre la lite e ad evitare il giudizio. Più in generale, la ricerca mira ad indagare se le specificità dei diritti nel rapporto di lavoro – caratterizzati dal paradigma dell’indisponibilità e da esigenze protettive nei confronti del lavoratore – consentano di estendere alle controversie che sorgono tra datori di lavoro e lavoratori procedure di carattere informale che siano idonee, da un lato, a risolvere controversie che difficilmente potrebbero trovare spazio all’interno del giudizio, e, dall’altro, a preservare il rapporto di lavoro.
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Rauccio Antonio - Federico Puppo, Maurizio Manzin
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Legge retorica obbedienza. Studio sulla natura del rapporto di governo legale
Abstract: La ricerca verte su una domanda classica per la filosofia del diritto: perché è giusto obbedire alla legge? Il tema è, cioè, quello del rapporto tra obbedienza alla legge e giustizia. Per capire meglio il senso di tale domanda, tuttavia, occorre considerarne più da vicino i termini: cosa intendiamo per “obbedienza giuridica” e per “giustizia”? A tal proposito, è importante richiamare alcune distinzioni. Da un lato, l’obbedienza alla legge non è qui intesa, semplicemente, come “fare ciò che la legge dice di fare”, ma nel senso più ristretto di “fare qualcosa perché la legge dice di farlo”, cioè come un agire in forza della legge. D’altro lato e analogamente, la giustizia non è intesa nel solo senso obiettivo, come “ciò che è giusto fare”, ma anche e soprattutto nel senso soggettivo di “fare ciò che è giusto perché giusto”, cioè aderendovi con la propria ragione, il proprio volere e le proprie emozioni. Poiché, prese nel loro insieme, tali facoltà danno luogo a ciò che si è soliti chiamare “coscienza”, la giustizia andrà intesa, allora, come l’agire giusto secondo la propria coscienza giuridica. Si può già riformulare in modo più perspicuo, così, la domanda iniziale: agire in forza della legge può essere, insieme, un agire secondo la propria coscienza? A tale problema, che è il problema fondamentale dell’obbedienza giuridica, tenteremo di offrire una risposta nel solco della retorica giuridica classica e in dialogo con alcuni dei principali filosofi del diritto che vi si sono cimentati in passato e ai nostri giorni, instaurando un confronto soprattutto con la tradizione analitica, oggi prevalente. La proposta che cercheremo di avanzare, in particolare, interpretando quella legale come una forza retorica e generativa, intende recuperare il senso morale della legge civile, volto alla formazione e al perfezionamento delle virtù civiche (in primo luogo della giustizia) in coloro che vi sono soggetti, rilevandone al tempo stesso gli insuperabili limiti estensivi e intensivi.
37° ciclo (attivato nell’a.a. 2021-2022)
Nominativo - Tutor
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Archivolti Lara - Elisabetta Pederzini
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La tutela dei creditori sociali nelle fusioni transfrontaliere
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Cagol Giulia - Paolo Turrini, Marco Pertile
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Assessing the Lawfulness of the Accountability Turn of Human Rights Council-mandated Commissions of Inquiry. A Practice-based Study
Abstract: In recent decades, UN-mandated commissions of inquiry have undergone significant evolution, marked by a growing engagement with ICL-related notions and a discernible focus on individual criminal responsibility. This trend, also referred to as the “accountability turn” of UN-mandated commissions of inquiry, has attracted the attention of States, some of which have expressed concerns about its lawfulness. Based on the premise that leaving perceptions of unlawfulness unaddressed could undermine the practical functioning of these investigative mechanisms, the research project aims to comprehensively assess the lawfulness of the accountability turn under international law. In doing so, it focuses specifically on the investigative mechanisms established by the HRC – the UN subsidiary organ that, since its inception, has established the majority of commissions of inquiry with ICL-oriented mandates.
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Chionna Serena - Gabriella Di Paolo
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Le nullità processuali penali fra tassatività e giurisprudenza creativa
Abstract: Il principio di tassatività delle nullità processuali penali costituisce un presidio imprescindibile di certezza e prevedibilità nell’ordinamento giuridico italiano. Tuttavia, l’attuale contesto normativo e giurisprudenziale ne evidenzia una progressiva erosione, determinata sia dall’incidenza di spinte sostanzialistiche provenienti dalle fonti europee e internazionali, sia dal fenomeno inedito della regolamentazione tecnica del documento informatico, affidata a fonti sub-legislative. Tali dinamiche sottolineano una più ampia crisi della riserva di legge e del principio di legalità, con ricadute profonde sul sistema delle invalidità processuali. L’elaborato di tesi, articolato in tre capitoli, offre una disamina critica delle implicazioni teoriche e pratiche di tale fenomeno. Nel primo capitolo, lo studio delle nullità è inquadrato nella teoria generale dell’atto processuale, con particolare attenzione alla nozione di (in)validità, esaminata attraverso un approccio sia logico-formale sia assiologico-sostanziale. Il secondo capitolo approfondisce il principio di tassatività alla luce del contesto costituzionale e del sistema positivo delle nullità, evidenziando le tensioni derivanti dall’introduzione del processo penale telematico e dall’approccio ermeneutico sostanzialistico adottato dalla giurisprudenza. Infine, il terzo capitolo analizza e confuta criticamente le principali argomentazioni dottrinali volte a legittimare una rilevazione giudiziale delle nullità fondata su criteri di concreta offensività delle violazioni processuali. L’indagine dimostra che il regime di tassatività delle nullità processuali, quale aspetto imprescindibile del principio costituzionale di legalità processuale, oltre a costituire una garanzia essenziale di certezza e uguaglianza, si erge quale baluardo contro derive interpretative che, invocando criteri di concreta lesività, minano l’equilibrio democratico-costituzionale tra i poteri dello Stato. Le deviazioni giurisprudenziali rispetto al modello codicistico e dogmatico appaiono in contrasto con i valori fondamentali dell’ordinamento, compromettendo il ruolo del giudice quale garante delle forme processuali e rischiando di introdurre margini di discrezionalità incompatibili con il principio di legalità. La tesi auspica un rafforzamento del ruolo della dottrina quale custode della coerenza sistemica, chiamata a resistere a compromessi metodologici e a promuovere un confronto critico orientato a preservare la razionalità dell’ordinamento giuridico.
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Cogo Magdalena - Gabriele Fornasari
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
I motivi nel diritto penale, tra principio di colpevolezza e accertabilità processuale
Abstract: L’opera analizza la figura dei motivi nel diritto penale sulla scorta delle direttrici d’indagine fornite dal principio di colpevolezza e dal principio di determinatezza. In primo luogo, viene evidenziata l’ambiguità concettuale della nozione di motivo e dunque la necessità di una (parziale) ri-definizione della stessa alla luce del principio di colpevolezza. In secondo luogo, vengono esaminati i diversi ruoli in cui i motivi possono venire in considerazione nel diritto penale (commisurativo della pena, fondativo della responsabilità, probatorio) e le possibili problematiche agli stessi connesse. In terzo luogo, viene analizzata la misura della effettiva accertabilità nel processo dei dati motivazionali. Da ultimo, viene affrontato l’interrogativo se sia auspicabile che il legislatore rinunci in toto alla valorizzazione dei motivi nella legge penale.
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D'Anneo Elisa - Riccardo Salomone
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Il lavoro penitenziario tra rapporto contrattuale e mercato del lavoro. Lezioni comparate dai casi francese e spagnolo
Abstract: Il progetto di ricerca verte sul lavoro penitenziario in Italia, un istituto molto complesso che risente profondamente delle criticità strutturali e organizzative proprie del contesto carcerario. Il lavoro (intramoenia ed extramoenia/alle dipendenze del DAP e di soggetti terzi) costituisce un elemento imprescindibile del trattamento penitenziario (art. 15 o.p.) funzionale alla rieducazione del condannato (art. 27 comma 3 Cost.), tuttavia, i dati sui detenuti lavoranti dimostrano che l’efficacia del lavoro, quale strumento di reinserimento sociale, è limitata. Nella tesi si intende indagare le zone d’ombra che si generano attorno al tema del lavoro penitenziario, a causa della discrepanza tra la lettera dei principi normativi e la realtà dei fatti. In primo luogo, si evidenzia che l’orientamento maggioritario ha cessato di considerare il lavoro penitenziario come un rapporto di lavoro speciale, preferendo assimilarlo ad un rapporto di lavoro subordinato, per facilitare il reinserimento futuro del detenuto. Nella realtà dei fatti, tuttavia, spesso le tutele per i lavoratori-detenuti non si sovrappongono a quelle dei lavoratori liberi. In secondo luogo, per rappresentare un elemento chiave della funzione umanizzante e di risocializzazione della pena, il lavoro in carcere deve essere produttivo e professionalizzante, configurandosi, quindi, come un vero lavoro. Nella realtà dei fatti, tuttavia, la gestione e l’organizzazione del lavoro penitenziario è demandata all’amministrazione penitenziaria e a dispositivi giuridici che, purtroppo, non sono in grado di favorire lo sviluppo di una cultura imprenditoriale in carcere. Quid pluris della tesi è l’elemento della comparazione, infatti, si è scelto di accompagnare l’analisi della disciplina italiana sul lavoro penitenziario allo studio approfondito della legislazione francese e spagnola (compresa quella catalana).
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Dolazza Laura - Luca Nogler
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Accomodamenti ragionevoli per motivi religiosi? La lezione canadese
Abstract: Il lavoro di ricerca verte sull'analisi dell'istituto degli accomodamenti ragionevoli come strumento per bilanciare le prerogative datoriali con la libertà religiosa dei lavoratori. Partendo dal presupposto che il diritto del lavoro non può ignorare la componente identitaria rappresentata dalla religione, soprattutto in riferimento alle minoranze, la ricerca si propone di verificare se tale istituto, ispirato alla tradizione giuridica canadese, possa trovare applicazione nell’ordinamento euro-unitario. La prima parte della ricerca esamina l’esperienza canadese, dove gli accomodamenti ragionevoli hanno trovato terreno fertile in ragione del tessuto sociale particolarmente diversificato e grazie a una giurisprudenza sensibile alle istanze culturali e religiose. Attraverso l’analisi dei principali sviluppi normativi e giurisprudenziali canadesi, incluso un approfondimento particolare per la provincia del Québec, vengono esaminati i criteri e i limiti di questo istituto. Nella seconda parte della ricerca l’attenzione si sposta sul contesto euro-unitario, indagando il ruolo della Direttiva 2000/78/CE e della giurisprudenza della Corte di Giustizia in tema di discriminazioni religiose sul lavoro. L’analisi evidenzia le lacune della normativa attuale, che limita gli accomodamenti ragionevoli al solo fattore disabilità, per poi vagliare la possibilità di estendere l’istituto agli accomodamenti anche al fattore religioso, considerando le implicazioni valoriali e normative. L’obiettivo finale della ricerca non è proporre soluzioni definitive, ma evidenziare la necessità di un approccio più inclusivo nell'affrontare le sfide derivanti dalla diversità religiosa sul luogo di lavoro, alla ricerca di un bilanciamento fra diritti dei lavoratori e esigenze datoriali.
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Fiore Amelia - Antonino Alì, Sondra Faccio
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Le sovvenzioni estere e le misure compensative alle distorsioni statali nel diritto internazionale
Abstract: La tesi dottorale si pone l'obiettivo di esaminare gli strumenti comunitari volti a disciplinare le sovvenzioni estere in entrata nel territorio dell'Unione europea. In particolare, la ricerca si focalizza sull'analisi del Regolamento (UE)2022/2560 relativo alle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno. Il mercato dell’eurozona è sempre stato storicamente aperto all’investimento estero, catalizzando un costante flusso di capitali in entrata. Nel corso degli ultimi decenni nel mercato dell’Unione europea si è registrato un progressivo incremento del sovvenzionamento estero, sostanziatosi nell’elargizione di sostegni economici erogati da Paesi terzi a beneficio di imprese operanti nel territorio dell’UE. Da strumento di carattere interno, teso a promuovere l'industria domestica, il sovvenzionamento governativo ha acquisito una dimensione sempre più transnazionale, superando i confini nazionali. Stati come la Cina, in particolare, utilizzano strategicamente il sovvenzionamento estero, foraggiando imprese essenziali all’interno del territorio dell’UE. Il corpus normativo dell’UE si è dimostrato insufficiente a vagliare le sovvenzioni estere in entrata. La necessità di implementare nuovi strumenti regolatori è resa ancora più urgente dall'incertezza in materia di sovvenzione estera riscontrata nel sistema del WTO. Partendo da queste premesse, e tenendo conto di questo complesso scenario, la ricerca analizza il nuovo Regolamento nei suoi aspetti sostanziali e procedurali, esaminandolo nella sua interazione tanto con gli strumenti comunitari preesistenti che con il WTO.L’analisi dello strumento ne farà emergere la ratio profonda, anche alla luce della nuova fattispecie di sovvenzione estera, restituendo il senso intrinseco delle scelte del legislatore dell’Unione e valutandone l'efficacia.
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Incontro Filippo - Massimo Miglietta
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Studi sugli aspetti dominicali e spaziali del regime fondiario della provincia Africa tra II e I sec. a.C.
Abstract: Questa ricerca tratta della rilevanza giuridica della terra, con specifico riferimento alla provincia Africa, dalla prospettiva della storia del diritto romano nella provincia Africa. Essa affronta i temi della titolarità e della qualificazione giuridica delle terre, applicando una distinzione funzionale che ricalca provocatoriamente la moderna distinzione tra diritto privato e diritto pubblico. Il primo capitolo espone alcune note introduttive sul significato che i Romani attribuivano al termine Africa e tratta della rilevanza di questa specifica realtà provinciale per i dibattiti storiografici attorno alle nozioni di ‘romanizzazione’ e ‘pluralismo giuridico’. In particolare, esso discute parte della documentazione epigrafica attestante i sufetes, una magistratura cartaginese integrata nel sistema amministrativo romano delle civitates peregrine sino al II sec. d.C. Il resto del lavoro è dedicato alla rilevanza giuridica della terra nel periodo compreso tra il II e il I sec. a.C. osservata da due prospettive differenti: come res e come spatium. Il secondo capitolo tratta della sezione ‘africana’ (ll. 43-93?) del testo della lex agraria epigrafica del 111 a.C. e, in particolare, esamina la peculiare categoria fondiaria dell’ager privatus vectigalisque. Il terzo capitolo, infine, espone i tratti peculiari delle dottrine note come spatial studies o ‘studi spaziali’. In particolare, esso propone la formulazione del concetto ermeneutico di ‘produzione giuridica dello spazio’, e ne discute la possibile applicazione ad un caso di studio, relativo all’organizzazione del territorio della colonia di Cartagine durante il I sec. a.C. Il terzo capitolo discute infatti della cosiddetta pertica Carthaginiensium procedendo ad una discussione critica della datazione dell’unificazione delle due province d’Africa e Africa nova attraverso una nuova proposta di lettura delle epigrafi (CIL X, 6104 e CIL VIII, 26274) che testimoniano l’operato di un celebre personaggio che svolse un ruolo chiave nella costituzione della pertica.
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Olivato Giulia - Borsa PON - Carlo Casonato
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
The AI Act: Regulatory and Technical Challenges
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Piazzolla Gioacchino - Gabriella Di Paolo
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La fisionomia dell'azione penale dello European Public Prosecutor’s Office
Abstract: La ricerca si propone di esaminare la tematica l’azione penale dello European Public Prosecutor’s Office (EPPO) e il sistema di controlli sulle determinazioni di quest’ultimo, tramite un’interpretazione sistematica e teleologica del regolamento istitutivo dell’organismo requirente sovranazionale (regolamento 2017/1939/UE), svolta alla luce dei Trattati dell’Unione europea. L’indagine ripercorre, anzitutto, la lunga e complessa gestazione del pubblico ministero europeo e delle sue prerogative in materia di iniziativa penale. Poste, in tal modo, le basi della ricerca, diviene possibile individuare la nozione generale di azione penale della Procura europea, evidenziando l’indole sovranazionale di quest’ultima, mediante un’interpretazione sistematica del regolamento 2017/1939/UE, alla luce dell’art. 86 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Inoltre, interpretando le norme che il regolamento dedica alle determinazioni finali dell’EPPO alla luce dei Trattati, la ricerca si propone di dimostrare che il silenzio serbato dal legislatore sovranazionale in merito al principio che dovrebbe ispirare la pretesa punitiva europea cela, in realtà, una decisa preferenza per il canone dell’obbligatorietà. L’individuazione di tali premesse dogmatiche consente, infine, di concentrare l’attenzione su un tema strettamente connesso al canone ispiratore dell’azione penale, ossia il sistema dei controlli sull’archiviazione dell’EPPO. A tal fine, si analizza il regime dei singoli congegni di verifica apprestato dal regolamento 2017/1939/UE allo scopo di valutare l’idoneità di questi ultimi ad assicurare il rispetto dell’obbligo di esercitare l’azione penale e a garantire una tutela effettiva dei soggetti coinvolti nel procedimento penale aperto su iniziativa della Procura europea (in primo luogo, le vittime del reato).
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Pollini Irene - Marco Dani
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Un lavoro come un altro, ma non un lavoro qualsiasi. Sex work e dignità umana in una prospettiva di diritto costituzionale comparato
Abstract: La presente ricerca si propone di analizzare i principali nodi di resistenza che emergono nell’ambito del dibattito sull’opportunità di qualificare la prostituzione volontaria come legittima attività economica. In un contesto che ancora (e soprattutto) oggi vede contrapporsi, all’interno della riflessione femminista e della discussione politico-normativa, la posizione di chi individua nella prestazione sessuale remunerata la forma più evidente dell’oppressione patriarcale e quella di chi rivendica lo slogan sex work is work, l’indagine si concentra, in particolare, sulle problematiche connesse alla valutazione giuridica della scelta di prostituirsi e sulle implicazioni giuridico-costituzionali che ne derivano. L’obiettivo è quello di esplorare le sfide connesse alla definizione di un punto di equilibrio nel bilanciamento tra salvaguardia della dignità umana e diritto all’autodeterminazione individuale, offrendo una riflessione critica sulla capacità degli ordinamenti giuridici di fornire risposte adeguate a un fenomeno che risulta tuttora fortemente controverso. La questione se la prostituzione possa o debba essere qualificata come attività economica legittima non rappresenta infatti solo un tema di opportunità politico-legislativa; essa sembra piuttosto configurarsi come un banco di prova per le odierne democrazie costituzionali, il terreno su cui misurare la capacità dei sistemi giuridici di garantire libertà e diritti individuali in contesti caratterizzati da una crescente complessità sociale.
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Porcari Alessandra - Borsa PON - Giuseppe Bellantuono - Flavio Guella
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Il "principio" di neutralità tecnologica nella transizione verde. L'Unione europea e la regolazione della filiera dell'idrogeno
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Sulmicelli Sergio - Simone Penasa
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Queering law and artificial intelligence: towards a principle of equality technology oriented
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Thun Hohenstein Welsperg Christoph Simon - Sergio Bonini
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
La tipicità aperta. Contributo allo studio dell’illiceità speciale interna ed europea
Abstract: Lo studio mira ad analizzare gli istituti dell’illiceità speciale e delle fattispecie aperte con un approccio comparatistico fedele ad una dogmatica costituzionalmente orientata. In questo senso, viene in primo luogo ricostruito il dibattito dottrinale tedesco ed italiano in materia, ampliando lo sguardo anche ad autori minori per valorizzarne il pensiero nella prospettiva di individuare nuovi filoni di ricerca. Si procede poi all'approfondimento dei rapporti intercorrenti fra questi gli istituti ed i principi di determinatezza e di extrema ratio. Lo si fa prendendo spunto da una rinnovata concezione del bene giuridico e del concetto di “fattispecie aperta”. Non si trascurerà la nuova dimensione “europea” dell’oggetto della ricerca, tentando di chiarire quali siano i motivi alla base della diffusione dell’illiceità speciale nella legislazione eurounitaria. Si propone infine un insieme di strumenti per supportare gli interpreti nel garantire la conformità a Costituzione di questo tipo di fattispecie, traendo spunto dal plurisecolare dialogo fra “autonomia” e “sanzionatorietà” del diritto penale.
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Torresi Maria Grazia - Massimo Miglietta, Tommaso Beggio
Titolo provvisorio/oggetto della ricerca
Exilium. Studi sull’esilio nella repressione criminale romana dal II sec. a.C. al III sec. d.C.
Abstract: L’exilium è un istituto complesso e multiforme, la cui funzione cambia a seconda delle mutate esigenze della società romana e delle nuove istanze repressive; indagarne la natura richiede uno studio che guardi in prospettiva diacronico-evolutiva tanto agli sviluppi del sistema repressivo, quanto ai mutamenti politico-istituzionali e sociali di Roma antica, seguendo un arco temporale che dall’età repubblicana arriva fino alla metà del III sec. d.C. L’obiettivo è offrire una nuova trattazione sul tema dell’esilio romano, evidenziando i punti di svolta per la storia dell’istituto e chiarendo la natura delle sue diverse tipologie. La ricerca offre una lettura d’insieme dei dati raccolti attraverso l’analisi della casistica d’esilio, ragionata e selezionata per il periodo compreso tra il 145 a.C. e il 235 d.C., e quelli tratti dallo studio degli interventi normativi di matrice imperiale e dei tentativi di sistematizzazione da parte della giurisprudenza. Nella prima parte dello studio si osservano i tempi e le modalità in cui l’exilium passò dall’essere un atto individuale e volontario che la civitas consentiva ai suoi membri allo scopo di sfuggire a una generica situazione di pericolo o all’esecuzione della pena capitale, all’assumere valore sanzionatorio, fino a enuclearsi quale vera e propria pena nella forma dell’aqua et igni interdictio. E si tratta dunque di chiarire anche il rapporto tra pena di morte ed esilio, e come quest’ultimo si ponga rispetto al più generale concetto di pena capitale. Nella seconda parte si guarda, invece, all’accoglimento della pena dell’interdictio nel sistema delle cognitiones extra ordinem e all’origine di nuove tipologie di esilio, quali le relegationes e la deportatio, volendo capire se tra gli istituti si configurino eventuali profili di continuità. All’esito della ricerca si proporrà una definizione generale per ciascuna tipologia di esilio, valorizzando l’aspetto terminologico e considerando i rispettivi rapporti di maggiore o minore afflittività. Per farlo, si affronta quindi anche il problema della competenza a comminare la pena, valutando se si trattasse di un potere riconosciuto a tutti gli organi giudicanti e se esistessero criteri che guidassero il giudice alla scelta della tipologia di bando da applicare. Lo studio si concentra sulle dinamiche d’esecuzione della pena, sulle misure per assicurarne l’effettività, e sulle problematiche relative alla geografia e alla durata del bando. La trattazione si completa con l’analisi delle conseguenze giuridiche dell’esilio sullo status dei condannati e delle modalità di una possibile restitutio, con distinzione tra esilio di natura capitale e non capitale.
36° ciclo (attivato nell’a.a. 2020-2021)
Nominativo - Tutor
- Bergomi Caterina - Elena Ioriatti
- Ciccioli Paolo - Maurizio Manzin
- Corradi Silvia - Federico Puppo
- De Gaetano Lorenzo - Barbara Marchetti
- Dore Lorenzo - Lucia Bianchin
- Orlando Sara - Laura Baccaglini
- Tulli Filomena Medea - Giuseppe Nesi
35° ciclo (attivato nell’a.a. 2019-2020)
Nominativo - Tutor
- Aureli Elia - Matteo Cosulich
- Cristinelli Matteo - Massimo Miglietta
- De Mari Casareto Dal Verme Tommaso - Giuseppe Bellantuono
- Faggioni Camilla - Stefania Brun
- Galleano Andrea - Elisabetta Pederzini
- Menegoni Camilla - Antonia Menghini
- Rinaldi Luca - Carlo Casonato/Paolo Traverso (FBK)
- Scandola Samuel - Umberto Izzo
- Zemignani Filippo - Umberto Izzo
34° ciclo (attivato nell’a.a. 2018-2019)
Nominativo - Tutor
- Battistella Giulio - Cinzia Piciocchi
- De Gottardo Federica - Elisabetta Pederzini
- De Notariis Daria - Marino Marinelli
- Flaim Chiara - Elisabetta Pederzini
- La Vattiata Federico Carmelo - Carlo Casonato, Paolo Traverso (FBK)
- Luisetto Lorenzo Giovanni - Luca Nogler
- Piletta Massaro Andrea - Gian Antonio Benacchio
- Silvestri Kevin - Laura Baccaglini
- Zoppellari Lorenzo - Federico Puppo
33° ciclo (attivato nell’a.a. 2017-2018)
Nominativo - Tutor
- Tommaso Bianchi - Massimo Miglietta
- Roberto Compostella - Alessandro Melchionda
- Vincenzo Desantis - Fulvio Cortese
- Marta Fasan - Carlo Casonato, Roberto Cingolani (IIT)
- Anna Maria Grazia Floris - Diego Quaglioni
- Sara Giacomini - Elena Ioriatti
- Chiara Mignemi* - Gabriele Fornasari, Anna Maria Maugeri (Univ. di Catania)
- Anna Nicolussi Principe - Giorgio Bolego
- Francesco Petrosino - Filippo Sartori
- Andrea Tigrino - Alessandro Melchionda
32° ciclo (attivato nell’a.a. 2016-2017)
Nominativo - Tutor
- Sara Addamo - Elisabetta Pederzini
- Sara Bailoni - Corrado Malberti
- Andrea Bigiarini - Carlotta Conti (Università di Firenze), Gabriella Di Paolo
- Claudia Cantisani - Antonio Vallini (Università di Firenze)
- Anna Rita Carollo*
- Giulia Giusy Cusenza - Antonio Cassatella
- Simone Franca - Barbara Marchetti
- Sara Paiusco - Gabriele Fornasari
- Enrico Pezzi - Alessandro Melchionda
- Carla Maria Reale - Carlo Casonato
- Gianmatteo Sabatino - Gian Antonio Benacchio
31° ciclo (attivato nell’a.a. 2015-2016)
Nominativo - Tutor
- Breschi Marta - Roberto Caso
- Caspani Roberto - Corrado Malberti
- Ciliberti Vincenzo - Sergio Bonini
- Magnani Vera* - Sergio Bonini
- Mantovani Nicole - Marino Marinelli
- Merlo Giulia - Stefania Brun
- Palazzo Nausica - Roberto Toniatti
- Parona Leonardo - Barbara Marchetti
- Sauda Giorgia* - Diego Quaglioni
- Ravelli Michele Martino*
*ha rinunciato al Dottorato